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Confermo…

A cura di Michele Lo Foco.



Premesso che non ho mai scritto in una chat e che non ha mai partecipato a conversazioni social, mi sorprende che una operatrice come Marina Marzotto, certamente non baciata dalla fortuna nel cinema e nella televisione, inverta i termini di una definizione invitandomi ad essere più cauto in quanto membro di una struttura istituzionale. É esattamente il contrario, mi permetto di essere chiaro e diretto proprio perché il ruolo che il ministro mi ha conferito è quello di valutare le politiche pubbliche, unitamente ad altri membri, da una posizione tecnica che la mia esperienza consente.


Non sono mai stato nemmeno da giovanissimo un servo del sistema, ma ciò non mi ha impedito di essere apprezzato per la capacità critica di prevedere i disastri, anche se la maggioranza degli operatori si limita, come la Marzotto, ad accogliere favorevolmente tutti quei provvedimenti che portino soldi al sistema.


Ribadisco che ritengo il tax credit, così come formulato da Franceschini e ricamato dalla Borgonzoni, veleno a rilascio lento destinato a far scomparire i medio piccoli produttori e a far gozzovigliare le aziende più importanti soprattutto se straniere.


Se ce ne fosse bisogno, confermo che gran parte dei budget più alti meritevoli di tax credit sono costruiti artificialmente con fatturazioni quanto meno sospette ed in alcuni casi sfacciate.


Ritengo inoltre che il tax credit abbia contaminato il tessuto industriale nazionale rendendoci una colonia ed azzerando le nostre potenzialità artistiche ad esclusivo vantaggio di potentati stranieri spesso alleati con Rai.


Confermo che il ruolo giocato da Anica è stato ottuso, in perenne assistenza alle politiche franceschiniane senza esercizio critico anche quando sarebbe stato necessario.


Sottolineo, qualora ce ne fosse bisogno, che lo stato delle finanze pubbliche del settore, in perenne e ormai enorme ritardo rispetto agli impegni presi con gli operatori, è il risultato di sperperi e di errori strutturali, in particolare a causa della concessione di tax credit alle produzioni televisive, che hanno consentito arricchimenti fuori misura e fuori confini.


Prevedo che molte delle strutture di cui si sono glorificati i meriti, come Cinecittà, dovranno rivedere non solo i conti, probabilmente contaminati, ma anche i progetti, in quanto completamente antistorici e privi di pregio.


Se la signora Marzotto, dall’alto della Suo osservatorio e del Suo cognome, aveva bisogno di un riassunto delle mie tesi per confermare le sue critiche, credo di essere stato sinteticamente esauriente.

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