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Le maldicenze

Immagine del redattore: Michele Lo FocoMichele Lo Foco

A cura di Michele Lo Foco.



Non so chi abbia informato il ministro Giuli sulla salute del cinema, o meglio posso immaginarlo, ma la sua frase "il settore gode ottima salute" tradotta in un altro settore suona come "l'operazione è riuscita perfettamente ma il paziente è morto".


Mentre è giustificabile la solidarietà del ministro con la sottosegretaria, cui è stato affidato a scatola chiusa il settore, in una ripartizione di competenze puramente politica e non negoziabile, e mentre è ben nota la stretta colleganza tra la sottosegretaria e Salvini che l'ha voluta in quella posizione, che ormai detiene da piu' di sei anni, non sono giustificabili e soprattutto sono ingiuste le accuse di maldicenza che vengono rivolte a chi, in assoluta buonafede e nell'interesse del settore, esprime il proprio rammarico per la situazione disastrosa del cinema e della legislazione collegata.


Nessuna maldicenza, solo dati precisi e frasi scritte a verbale: il ministro le può controllare quando vuole, avendo la rappresentante del MEF, signora Perrotta, voluto segnalare che il tax credit, come ora impostato, è strumento sbagliato perché non pone limiti al suo utilizzo e perché non è legato a meriti, ed avendo il direttore generale verbalizzato che lo strumento del tax credit va rivisto dalle fondamenta in quanto non più gestibile.


Ma se il Ministro volesse prendere atto delle cifre gettate dallo Stato italiano in favore di aziende straniere che si sono accreditate e che si sono bulicamente ingozzate dei contributi, basta lo dica, in quanto è facilmente illustrabile il delirio di tax credit erogato senza alcun controllo, e che ha portato all'attuale blocco di ogni forma di contribuzione e alla disperazione di decine di piccole e medie imprese attualmente in coma o in situazione prefallimentare.


Ma di quale maldicenza parla il Ministro, forse quella che la sottosegretaria ha citato nella sua inimmaginabile espressione di ottimismo verso la situazione del cinema ?


Lo sa il ministro che la direzione cinema sta svolgendo una attività di monitoraggio sulle risorse assorbite dal tax credit che risulta di difficile e laboriosa ricostruzione? Lo sa che le somme erogate e quelle non erogate, ma acquisite dalle società privilegiate in questi anni, non sono conosciute nemmeno dagli uffici?


Lo sa, mi auguro qualcuno lo abbia avvertito, che i contributi automatici sono in ritardo di oltre quattro anni e non se ne conosce l'entità?

Di quali maldicenze parla? Questi sono dati, cifre, elementi scritti a verbale, basta volerli consultare perché chi espone la situazione lo fa non per proprio interesse, come si può ben comprendere (sarebbe più semplice conformarsi al cerchio magico), ma per amore del settore e per evitare il disastro ambientale, riportando il DNA del cinema a quello che deve essere, qualità, capacità, intuito e mercato, soprattutto mercato.


Ha preso atto il Ministro delle somme dichiarate come costo dalle società per le quali è stato presentato l'esposto alla Procura? Ha visto uno di quei film cui lo Stato ha riconosciuto milioni di euro di contributi al buio? Lo sa quali sono i reati nei quali incorre chi approfitta delle finanze statali, che danno in compenso tre euro di aumento ai pensionati ? Glieli elenco, da avvocato: truffa ai danni dello Stato per la percezione di incentivi statali non spettanti, emissione e utilizzo di fatture relative ad operazioni in tutto o in parte inesistenti, illecite compensazioni e false asseverazioni. Non sono maldicenze, sono reati, anche questi scritti e consultabili. Vuole una controprova? Vada a controllare i costi di società per bene, esamini quelli degli Avati, di Dario Formisano, di Sandro Frezza, di De Micheli, e di tantissimi altri.


Che il cinema goda di ottima salute vale per alcune società estere, alcune società che lavorano con Rai, e alcune società che sono nazionali solo di facciata: il tax credit è servito per acquisire bellissimi uffici, auto di lusso, per fare meravigliose vacanze magari parlando di cinema, e queste non sono maldicenze, gentile Ministro, sono realtà che Lei può controllare.


Chiunque Le abbia detto che il cinema gode di ottima salute o ha avuto questa notizia da Topo Gigio o sapeva di comunicarLe un dato fantasioso, forse di logica politica, ma comunque non vero.

 
 
 

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